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Descrizione[]

Vernaccus e Bourlor è un libro presente in The Elder Scrolls III: Morrowind, The Elder Scrolls IV: Oblivion e The Elder Scrolls V: Skyrim.

Posizioni[]

Vernaccus e bourlor

Copertina del libro

In The Elder Scrolls III: Morrowind[]

  • Caverna Latte
  • Negozio di Ranosa Gilvayn, a Suran.

In The Elder Scrolls IV: Oblivion è reperibile[]

  • A Chorrol, nella libreria di Renoit.

In The Elder Scrolls V: Skyrim[]

  • Nella Distilleria Honningbrew, nello scaffale sulla sinistra all'ingresso.
  • A Dragonsreach, nelle Stanze dello Jarl, nella prima stanza a sinistra.
  • Nella baracca di Froki.
  • Nella casa dei Manto Grigio.
  • Nel Tempio di Kynareth, su uno scaffale.
  • Nell'Accademia dei Bardi, su di uno scaffale nella zona della libreria.
  • Nella Gioielleria di Markarth.
  • Nella casa dei Guerriero-Nato, all'interno della stanza chiusa a chiave, nello specifico nella camera da letto a ovest.
  • Su di uno scaffale nel Castello Volkihar.
  • Nel Villaggio Skaal, specificamente nel Gran Salone.

Contenuto[]

Quel Loredas sera, Hallgerd passeggiava nella taverna Prosciutto del Re con il volto adombrato dalla tristezza. Mentre stava ordinando un bicchiere di greef, Garaz e Xiomara, sinceramente preoccupati, raggiunsero l'amico.

"Qualcosa non va, Hallgerd?", chiese Xiomara. "Sei molto più in ritardo del solito e pare che ti accompagni una cupa atmosfera di tragedia. hai per caso perso del denaro oppure qualche tuo caro è morto?"

"Non ho perso alcun denaro", replicò Hallgerd con una smorfia. "Tuttavia, ho appena ricevuto la notizia da mio nipote che mio cugino Allioch è morto. Ciò è del tutto naturale, mi ha detto, poichè era molto vecchio. Allioch era di ben dieci anni più giovane di me.

"Oh, ma è terribile. nondimeno dimostra quanto sia importante assaporare tutte le possibilità che la vita ci offre, poichè non sapremo mai quando giungerà il nostro momento", disse Garaz, che nelle ultime ore era rimasto seduto sullo stesso sgabello in un angolo luminoso della taverna. Non era certo un individuo afflitto dalla maledizione della consapevolezza.

"La vita è troppo breve", concorò Xiamora. "Tuttavia, se mi concedi un sentimentalismo, ben pochi di noi sono consapevoli dell'influenza che avremo una volta deceduti. Forse può essere di conforto. A tal proposito, vi ho mai raccontato la storia di Vernaccus e Bourlor?" "No, non mi sembra", disse Hallgerd.

"Vernaccus era un daedra" disse Xiamara, facendo cadere alcune gocce del suo flin sul focolare per invocare il giusto umore, "e sebbene la nostra storia risalga ad innumerevoli anni fa, sarebbe appropriato dire che Vernaccus sia ancora tra noi. Poichè dopotutto qual è la fine del tempo per i daedra immortali?" "Effettivamente", lo interruppe Garaz, "So che la nozione di immortalità..."

"Sto cercando di offrire al nostro caro amico una storia da cui trarre ispirazione in un momento di sconforto", brontolò Xiamara. "Non ho certo tutta la maledetta notte per narrarla, se non ti dispiace"

"Mai avreste sentito parlare di Vernaccus" disse Xiomara, abbandonando per il momento il tema dell'immortalità "poichè perfino al culmine del suo potere e della sua fama era da tutti considerato un debole secondo gli elevati standard dell'epoca.

"Naturalmente tale mancanza di rispetto lo infuriava e lo indusse a reagire nel modo più consueto per i daedra minori. Diede inizio ad una catena di furiosi assassinii e ben presto la voce di quelle scellerate azioni si sparse tra i villagggi della Colovia occidentale. Intere famiglie furono massacrate, castelli distrutti, campi e frutteti furono incendiati e maledetti cosicchè niente vi potesse crescere di nuovo".

"Per rendere ancor più tormentata la vita dei contadini, una vecchia rivale di Vernaccus prese a fargli visita spesso dall'Oblivion: Era una seducente daedra di nome Horavatha. Ella provava immenso piacere nel dileggiarlo per vedere fino a che punto sarebbe giunta la sua ira. <<hai allagato un villaggio? e questo sarebbe impressionante?>> lo derise. <<Prova a devastare un intero continente e forse riuscirai ad attirare un po' di attenzione>>".

"Vernaccus era alquanto incline all'ira. Sebbene non fu minimamente in grado di avvicinarsi all'effettiva distruzione del continente di Tamriel, non fu certo per mancanza di tentativi".

"Soltanto un eroe avrebbe potuto fronteggiare lo scellerato daedra e, per fortuna, un eroe esisteva".

"Il suo nome era Bourlor e si narrava che fosse stato benedetto dalla divina Kynareth, unica spiegazione plausibile alla sua straordinaria abilità con arco e frecce, poichè non aveva mai mancato un bersaglio. Quando era ancora un bambino fece disperare i suoi insegnanti di tiro con l'arco per la frustrazione. Tentarono ripetutamente d'insegnargli il modo migliore per disporre i piedi, per scoccare la freccia, per afferrare e rilasciare correttamente la corda. Lui ignorava puntualmente ogni regola, ma in qualche modo la sua freccia colpiva in pieno il bersaglio, come trasportata dal vento. Non faceva differenza che il bersaglio fosse fermo od in movimento, vicino od a miglia di distanza. Qualsiasi cosa desiderasse colpire con la sua freccia, l'avrebbe colpita".

"Bourlor accettò di buon grado l'incarico quando uno dei capi del villaggio lo supplicò di aiutarli".

"Sfortunatamente Bourlor non era abile come cavaliere quanto lo era come arciere. Mentre stava ancora cavalcando attraverso la foresta, diretto al villaggio di Evensacon, Vernaccus stava già trucidando ogni abitante. Harvatha assisteva al massacro e soffocò uno sbadiglio: <<assassinare il capo di un piccolo villaggio non servirà certo a migliorare la tua fama, lo sai bene. Ciò di cui hai bisogno è di sconfiggere un grande campione. Qualcuno simile a Ysgramor od a Pelinal Whitestrake, oppure...>> e rivolgendo lo sguardo alla figura che usciva dalla foresta disse: <<...Oppure a quell'uomo!>>".

"<<Chi è costui?>> ruggì Vernaccus, mentre stava ancora dilaniando il corpo ancora fremente del capo villaggio. <<Il più grande arciere di Tamriel. Non ha mai fallito un solo tiro>>".

"Bourlor stava tendendo il suo arco e prendendo la mira sul daedra. Per qualche istante Vernaccus si sentì ilare, poiché il famoso arciere non stava nemmeno mirando dritto, tuttavia aveva un forte sentimento di autoconservazione: qualcosa nello sguardo sicuro dell'uomo convinse il daedra che Harvatha non avesse mentito. Non appena il dardo lasciò l'arco, Vernaccus svanì in una vampata di fuoco".

"La freccia si conficcò in un albero; Bourlor si immobilizzò come se paralizzato: aveva mancato un bersaglio".

"Nell'Oblivion, Vernaccus era infuriato: fuggire davanti ad un mortale di razza umana come quello... nemmeno il più vigliacco dei furfanti sarebbe stato così codardo; si era mostrato come la creatura codarda e debole che era. Mentre considerava come porre rimedio a quella situazione, si ritrovò faccia a ginocchio con il più spaventoso dei Principi Daedrici, Molag Bal".

"<<Non ho mai pensato fossi un granché, Vernaccus - disse con la sua potente voce il gigante- ma tu hai fatto molto di più che dimostrare il tuo valore: hai dimostrato alle creature del Mundus che i daedra siano più potenti delle benedizioni degli Dei>>".

"Gli altri abitanti dell'Oblivion concordarono velocemente (come avevano sempre fatto) con la visione di Molag Bal. I daedra sono, dopo tutto, sempre molto suscettibili su ciò che riguarda le numerose sconfitte inflitte da parte delle mani dei Campioni mortali. Vernaccus venne proclamato "La bestia sfuggente", "Colui che non era seguibile", "Colui che non può essere toccato" e "La sventura di Kynareth" ed iniziarono a essere costruiti santuari negli angoli lontani di Morrowind e Skyrim".

"Nel frattempo Bourlor, ora trovato dagli altri imperfetto, non venne più chiamato a salvare villaggi. Era così deluso per aver fallito nel colpire il bersaglio che divenne eremita e non utilizzò più il suo arco; un po' di mesi dopo egli morì, senza essere ricordato né compianto."

"È davvero questa la storia che avrebbe dovuto consolarmi?", chiese Hallgerd incredulo. "Ho sentito il Re dei Vermi narrare storie molto più incoraggianti".

"Aspetta", sorrise Xiomara. "Non ho ancora finito".

"Per un anno intero, Vernaccus osservò allegramente crescere la sua leggenda e il suo culto diffondersi ovunque dalla sua dimora dell'Oblivion. Oltre a essere un codardo incline alla furia omicida, Vernaccus era anche molto pigro. I suoi fedeli narravano storie del loro signore che schivava le frecce di migliaia di arcieri, che attraversava gli oceani senza neppure bagnarsi e altre epiche imprese che non avrebbe mai desiderato dimostrare. Fortunatamente, la vera storia della sua ignominiosa fuga di fronte a Bourlor fu presto dimenticata".

"Quando infine giunsero le cattive notizie, fu proprio Horavatha con sottile piacere a esserne latrice. Vernaccus si compiaceva della gelosia di Horavatha nei confronti della sua crescente reputazione, così fu con un sorriso di crudeltà che lei le disse, <<I tuoi templi sono stati assaltati>>"."<<Chi ha osato?>>, ruggì".

"<<Chiunque vi passi nelle vicinanze sente la necessità di scagliare un pietra>>, disse Horavatha con compiacimento. <<Non li posso biasimare. Dopotutto, i tuoi templi rappresentano Colui Che Non Può Essere Toccato. Chi potrebbe mai resistere a un simile bersaglio?>>".

"Vernaccus guardò attraverso il velo nella dimensione di Mundus e scoprì che era la verità. Uno dei suoi templi nelle terre di Colovia occidentale era circondato da un numeroso plotone di soldati mercenari, che si divertivano a scagliare pietre. I suoi fedeli si accalcavano all'interno pregando per un miracolo".

"In un solo istante, Vernaccus si parò dinanzi ai mercenari e la sua rabbia esplose incontenibile. I soldati fuggirono nei boschi prima che lui avesse il tempo di ucciderne uno. I suoi adoratori aprirono il portone di legno del tempio e si inginocchiarono felici ma atterriti. La sua furia stava iniziando a placarsi, quando una pietra lo colpì in pieno, e poi un'altra ancora".

"Si volse per affrontare i suoi assalitori, ma d'un tratto l'aria si riempì di pietre".

"Vernaccus non riusciva nemmeno a vederli, ma udiva chiaramente le risate dei mercenari provenire dalla foresta, <<Non tenta nemmeno di spostarsi!>>".

"<<È impossibile non colpirlo!>>, sghignazzò un altro".

"In un impeto di umiliazione, il daedra balzò nel tempio, inseguito da quel furioso assalto. Una delle pietre sfondò la porta chiusa dietro di lui e una scheggia lo colpì alla schiena. La sua espressione mutò, la furia e l'imbarazzo scomparvero per cedere il posto alla paura. Si voltò tremante verso i suoi fedeli raccolti negli angoli oscuri del tempio. La loro fede iniziò a vacillare".

"<<Dove avete preso la legna per costruire questo tempio?!>>, gridò Vernaccus".

"<<Principalmente da un bosco vicino al villaggio di Evensacon>>, disse l'alto sacerdote scrollando le spalle".

"Vernaccus annuì. Poi cadde in avanti, rivelando la profonda ferita nella schiena. La punta di una freccia arrugginita, incastrata in un nodo del legno della porta, si era liberata durante l'assalto e lo aveva trafitto. Il daedra scomparve in un mulinello di polvere".

"Breve tempo dopo i templi furono abbandonati, sebbene Vernaccus conobbe un altro breve periodo di fama come Spirito Protettore e dell'Imponenza, prima di essere completamente dimenticato. La leggenda dello stesso Bourlor non divenne mai particolarmente nota, ma vi è ancora chi, come me, narra la storia. Abbiamo la fortuna di sapere ciò che il grande guerriero non seppe mai...quella sua ultima freccia aveva infine colpito il suo bersaglio".

Effetti[]

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