Seconda parte dei dodici volumi della serie 2920.
Effetti[]
- In Morrowind ed in Oblivion aumenta l'abilità nella branca magica del Misticismo.
- In Skyrim aumenta l'abilità nella branca magica Illusione.
Posizione[]
Morrowind[]
- Base della Gilda dei Maghi
- Dushariran
- Odirniran
Oblivion[]
- Nella Grande Cappella di Julianos, su una scrivania al piano di sotto nella Sala della Cappella, situata nella piccola stanza a nord da dove si è entrati nella zona.
Skyrim[]
- Nel Tempio di Dibella a Markarth.
- Ad Ansilvund, Nelle Camere Sepolcrali, su un piedistallo nella prima stanza dopo il corridoio con le lame a pendolo.
- Nella Torre di Luceoscura, al quarto piano, prima dell'entrata alle Camere di Luceoscura.
- Nella Tana di Movarth, su un tavolino accanto al letto.
- Ad est della Caverna di Reachcliff, In un forziere nei pressi del fiume.
Contenuto[]
3, Luce dell'Alba, 2920
Isola di Artaeum, Summerset
Sotha Sil guardò gli iniziati uno ad uno fino all'albero Oassom, prendendo un frutto od un fiore dai suoi rami alti prima di cadere di nuovo a terra con molta grazia. Egli si prese un momento per ammirare la luce del giorno mentre scuoteva la sua testa in segno di approvazione. La statua imbiancata di Syrabane, per la quale il grande mago si dice abbia posato in giorni antichi, si trovava sull' orlo del dirupo, sorvegliando la baia.
"In generale, accettabile" egli proclamò quando l'ultimo studente lasciò cadere il suo frutto nella sua mano. Ad un suo cenno, i frutti ed i fiori tornarono indietro sull'albero. Ad un altro cenno, gli studenti si erano messi in posizione di semicerchio attorno allo stregone. Egli tirò fuori dalla sua tunica bianca un piccolo oggetto sferico e fibroso, di circa un piede di diametro.
"Che cos' è questo?"
Gli studenti capirono cosa fosse questa prova. Veniva chiesto loro di lanciare un incantesimo di identificazione sul misterioso oggetto. Ogni iniziato chiuse i suoi occhi ed immaginò l'oggetto sferico nel regno della Verità Universale. La sua energia aveva una risonanza singolare, come tutte le altre cose fisiche e spirituali, un aspetto negativo, un suo doppio, le relative parti, un vero significato, una musica nel cosmo, una trama nel tessuto dello spazio, una sfaccettatura dell'esistenza che è sempre esistito e che sempre esisterà.
"Una palla", disse un giovane nord di nome Welleg provocando risatine in alcuni degli iniziati più giovani ma una smorfia dai più, compreso Sotha-Sil.
"Se devi essere sciocco, almeno sii divertente", brontolò lo stregone. Poi si rivolse ad una giovane fanciulla Altmer dai capelli neri che sembrava confusa. "Lilatha, tu lo sai?"
"È grom", rispose Lilatha senza troppa certezza. "Ciò che i Dreugh rigettano dopo che hanno k-k-kr-krevinasim".
"Karvinasim, ma molto bene, nondimeno", disse Sotha-Sil "Ora, dimmi cosa significa".
"Non lo so", ammise Lilatha. Anche gli altri studenti scossero la testa.
"Esistono vari livelli di comprensione delle cose", disse Sotha-Sil. "L'uomo comune guarda un oggetto e lo classifica secondo il suo modo di pensare. Gli esperti nelle Antiche Usanze, nella via dello Psijic, nel Misticismo, possono vedere un oggetto e identificarlo in base al suo specifico ruolo. Ma è necessario rimuovere un altro strato ancora per raggiungere la vera comprensione. Dovete identificare l'oggetto in base al suo ruolo e alla sua verità e interpretarne il significato. In questo caso, questa palla è sicuramente grom, che è una sostanza creata dai Dreugh, una razza che vive sott'acqua nelle regioni settentrionali e occidentali del continente. Per un anno della loro vita essi subiscono il karvinasim quando camminano sulla terra, in seguito ritornano in acqua e rigettano o divorano la pelle e gli organi di cui hanno avuto bisogno per dimorare sulla terra, quindi li vomitano in piccole palle come questa. Grom. Vomito di Dreugh."
Gli allievi guardarono la palla digustati. Sotha-Sil amava sempre quella lezione.
4, Luce dell'Alba, 2920
La Città Imperiale, Cyrodill
"Spie", borbottò l'Imperatore, seduto nel suo bagno, fissando un gonfiore sul suo piede. "Tutti intorno a me, traditori e spie".
La sua signora Rijja gli lavava la schiena, le gambe attorcigliate intorno ai suoi fianchi. Dopo tutti quegli anni sapeva bene quando essere sensuale e quando essere erotica. Quando lui era in quello stato d'animo, era meglio essere calmi, rassicuranti, sensuali in modo seducente. E non dire una parola a meno che lui non le facesse una domanda diretta.
Cosa che fece: "Cosa penseresti quando un individuo pesta i piedi a Sua Maestà Imperiale e dice «Mi spiace, Vostra Maestà Imperiale»? Non credi che «Perdonatemi, Vostra Maestà Imperiale» sia più appropriato? «Mi spiace» suona come se il bastardo argoniano si dispiaccia che io sia la sua Maestà Imperiale. Che speri che perdiamo la guerra con Morrowind, ecco come suona".
"Cosa ti farebbe sentire meglio?" chiese Rijja. "Vorresti che fosse frustato? È soltanto, come tu hai detto, il capo guerriero di Soulrest. Gli insegnerebbe a stare attento quando cammina".
"Mio padre lo avrebbe fatto frustare. Mio nonno lo avrebbe fatto uccidere", brontolò l'Imperatore. "Ma a me non interessa se tutti mi pestano i piedi, a patto che mi rispettino e non complottino contro di me".
"Devi poterti fidare di qualcuno".
"Solo di te", sorrise l'Imperatore girandosi appena per dare un bacio a Rijja. "E di mio figlio Juliek, suppongo, sebbene vorrei che fosse un po' più cauto".
"E il tuo consiglio e il Potentato?" chiese Rijja.
"Un branco di spie e un serpente", rise l'Imperatore baciando di nuovo la sua consorte. Quando cominciarono a fare l'amore sussurrò, "finchè tu sei sincera, io posso tener testa al mondo".
13, Luce dell'Alba, 2910
Mournhold, Morrowind
Turala era ferma dinanzi alle nere porte della città tempestate di gioielli. Il vento ululava attorno a lei, ma lei non sentiva niente.
Il Duca si era infuriato nel sapere che la sua amante favorita era incinta e l'aveva cacciata dalla sua vista. Aveva tentato più volte di vederlo ancora, ma le guardie l'avevano sempre respinta. Infine, si era decisa a tornare dalla sua famiglia e aveva raccontato loro la verità. Se soltanto avesse mentito e detto loro che non sapeva chi fosse il padre. Un soldato, un avventuriero di passaggio, chiunque altro! Ma invece lei aveva detto loro che il padre era il Duca, un membro della casa Indoril, ed essi fecero quello che lei sapeva che avrebbero dovuto fare in quanto fieri membri della casa Redoran.
Sulla sua mano era stato marchiato a fuoco il segno dell'Espulsione, impressogli da suo padre in lacrime. Ma la crudeltà del Duca le aveva fatto molto più male. Guardò fuori dal cancello verso le vaste pianure d'inverno. Alberi contorti e assopiti e cieli senza uccelli. Nessuno nelle terre di Morrowind l'avrebbe accolta adesso. Doveva andare molto lontano.
A passi lenti e tristi iniziò il suo viaggio.
16, Luce dell'Alba, 2920
Senchal, Anequina (ora denominata Elsweyr)
"Cosa ti tormenta?" chiese la regina Hasaama notando l'umore iroso del marito. Al termine di buona parte dei Giorni degli Innamorati era stato di umore eccellente, ballando nel salone con tutte le ospiti, ma quella sera si era ritirato presto. Quando lo raggiunse, era rannicchiato nel letto con espressione accigliata.
"La storia di quel maledetto bardo riguardo a Polydor ed Eloisa mi ha messo di pessimo umore" ringhiò. "Perchè doveva essere così deprimente?".
"Ma quella storia non corrisponde a verità, mio caro. Non furono condannati a causa della crudele natura del mondo?".
"Non importa quale sia la verità, lui ha svolto un pessimo lavoro nel raccontare una pessima storia e non ho certo l'intenzione di lasciarglielo fare ancora", Re Dro'Zel balzò giù dal letto. I suoi occhi erano colmi di lacrime. "Da dove hanno detto che veniva?".
"Credo da Gilverdale nella regione orientale di Valenwood", disse la regina turbata. "Marito caro, cosa intendi fare?".
Dro'Zel fu fuori dalla stanza in un balzo, lanciandosi su per le scale verso la sua torre. Anche se la regina Hasaama avesse saputo cosa suo marito stava per fare di certo non tentò di fermarlo. Si era mostrato alquanto inquieto di recente, incline a scatti di umore e persino a sporadiche crisi improvvise, ma lei non aveva mai sospettato la profondità della follia e del suo disgusto per il bardo e per la sua storia sulla malvagità e la depravazione rinvenuta nell'uomo mortale.
19, Luce dell'Alba, 2920
Gliverdale, Valenwood
"Ascoltatemi un'altra volta", disse il vecchio carpentiere. "Se la cella tre contiene ottone senza valore, allora la cella due custodisce la chiave d'oro. Se la cella uno custodisce la chiave d'oro, allora la cella tre contiene ottone senza valore. Se la cella due contiene ottone senza valore, allora la cella uno custodisce la chiave d'oro" "Capisco", disse la signora. "Me lo avete spiegato. E così la cella uno custodisce la chiave d'oro, giusto?". "No", disse il carpentiere. "Lasciate che inizi da capo." "Mamma?", disse il ragazzino tirando la manica di sua madre. "Solo un momento, caro, mamma sta parlando", disse concentrandosi sul'indovinello. "Avete detto «la cella tre custodisce la chiave d'oro se la cella due contiene ottone senza valore», giusto?". "No", rispose il carpentiere pazientemente. "La cella tre contiene ottone senza valore, se la cella due..." "Mamma!", si lamentò il ragazzino. Sua madre finalmente guardô. Una luminosa nebbia rossa si stava riversando come un'onda sulla città, sommergendo casa dopo casa nella sua scia. In testa a quella nebbia procedeva a grandi passi un gigante dalla pelle rossa, il Daedra Molag Bal, e sorrideva.
29, Luce dell'Alba, 2920
Gliverdale, Valenwood
Almalexia fermò il suo destriero nella vasta landa di fango per lasciarlo bere dal fiume. La bestia si rifiutò, sembrava addirittura disgustato dall'acqua. Quella stranezza la colpì. Avevano cavalcato fin da Mournhold a buona velocità e il cavallo doveva sicuramente aver sete. Smontò da cavallo e raggiunse la sua scorta. "Dove ci troviamo ora?", chiese. Una delle sue dame estrasse una mappa. "Pensavo che ci stessimo avvicinando a una città chiamata Gilverdale". Almalexia chiuse gli occhi e li riaprì velocemente. Quella visione era troppo da sopportare. Mentre il suo seguito osservava, raccolse un pezzo di mattone e un frammento d'osso e li strinse forte al suo cuore. "Dobbiamo proseguire per Artaeum", disse quietamente. L'anno continua nel mese del Primo Seme.